La Funzione Materna

La Funzione Materna

  • Dott.ssa Marisa Tuccillo
  • «madre» → non “madre reale”, ma al caregiver (la persona che si prende cura del bambino) o, meglio, alla «funzione» materna.
  • Quando si parla di Madre come funzione: importanza all’essere e non al Fare;
  • Quando si fa riferimento al Padre si allude maggiormente al processo di individuazione, al contatto col mondo e con gli «oggetti», alla funzione «separante»che il padre agisce sulla diade fusionale e potenzialmente claustrofobica madre-figlio.
  • Winnicott ha parlato dello “Sviluppo emotivo del bambino”
  • Klein  si è interessata della “Relazione oggettuale madre – bambino”
  • Bion della “Teoria del pensiero”

Winnicott sviluppando il concetto di“Sviluppo emotivo del bambino”, ha raccontato della relazione unica tra madre e bambino; analizzando la fase di indifferenziazione → identificazione e differenziazione.
Ha definito la Madre come  “sufficientemente buona”
Che tiene in braccio il proprio bambino attraverso un contenimento chiamato Holding; e manipolando,  la madre deve saper toccare e comunicare al  corpo del bambino → concetto di Handling
Winnicott analizza i due concetti fondamentali della  funzione della figura materna 
Holding ed Handling.

  • HOLDING: (contenere/comprendere) = Capacità di “tenere insieme”, supportare, i pezzi della nascente mente del bambino, di fare da contenitore fisico (accudimento) e psicologico (offrire un contesto relazionale su cui basare crescita), proteggendone il nascente senso di identità.
  • Questo “contenere” comporta un dar forma, un  ricevere/capire/restituire in modo strutturato, un dare spazio e confini a ciò che non ha confini e struttura.
  • Se tale funzione è carente, la madre sarà incapace di rispondere in modo adeguato alle emozioni negative del bambino o ignorandole / evitandole  o facendosi convolgere molto invischiandosi.
    Se il bambino si sente un “essere unico” ciò gli permetterà di vivere in modo “sano”, altrimenti sentirà “avidità”.
  • Importanza del ruolo della “madre sufficientemente buona”,come persona capace di capire il suo bambino, capace di andare incontro ai gesti, alle richieste, ai bisogni del bambino in modo tale da rafforzare l’io e trasmettergli una mente che a sua volta capisce.
  • Fase di onnipotenza (madre capace di interpretare e soddisfare i bisogni e le esigenze emotive e fisiche del figlio, cercando, fra l’altro, di far corrispondere fantasia e realtà).
  • Fase di disillusione rispettando tempi del bambino. (capace di tollerare le frustrazioni).
  • Nella scoperta degli oggetti concedere al bambino la possibilità di vivere sentimenti ed esperienze.
  • Riconoscere ed accettare i sacrifici che sono dietro una conquista.
  • Il bambino realizza così il concetto di amore come scambio, sollecitudine, richieste e dare.

Tutti abbiamo un umanissimo bisogno di essere accolti, compresi, sostenuti. E proviamo una gioia profonda, un senso di benessere, quando sperimentiamo il «dono» dell’accoglienza. Se all’inizio della vita umana l’essere nutriti equivale all’essere amati, è pur vero che il bisogno biologico legato all’alimentazione è associato ad un altro bisogno, anch’esso fondamentale, quello di essere nutriti d’amore, di essere amati, di essere desiderati, voluti, accettati e sostenuti per quello che si è.

Con il termine HANDLING ci si riferisce all’insieme delle manipolazioni corporee materne: le cure e le pulizie così come i giochi corporei e gli atti affettivi (le carezze, il “mangiare” il pancino o i piedini del bimbo, i molteplici scambi cutanei).

MELANIE KLEIN

  • lo sviluppo del bambino :  primo rapporto oggettuale con il seno materno. Attraverso l’allattamento il bambino conosce il piacere, si relaziona, mette nell’Io arcaico radici abbastanza salde, viene posta una base solida per uno sviluppo soddisfacente.
  • Il bambino nei primi sei mesi di vita: posizione schizoparanoide

Oggetto scisso (buono o cattivo)
Paure → ridimensionamento delle paure

  • Nei sei mesi successivi il bambino, attraverso una fortificazione dell’Io, comincia a distinguere il mondo esterno da quello interno: è questa la strada che porta all’integrazione dell’Io e dell’oggetto, tipica della posizione depressiva. Diminuisce in questa fase anche l’angoscia persecutoria.
  • il bambino imparerà a riconoscere che l’oggetto è unico ed è lui che a volte lo percepisce come buono, a volte come cattivo.
  • Al centro della dialettica «posizione schizoparanoide – posizione depressiva» è collocato il senso di colpa, la cui elaborazione per la Klein,
  • Se prevale il sentimento dell’invidia non riesce ad essere grato
  • Il bambino che possiede il sentimento della gratitudine, invece, ha interiorizzato il seno buono ed è perciò capace di affrontare momenti di invidia, rabbia e dolore senza rimanerne intrappolato.

BION “TEORIA DEL PENSIERO”

  • Relazione madre / bambino → reverie, contenitore – contenuto

Bion

  • Rȇverie = la capacità del bambino di sollecitare nella mamma la messa in ascolto e di attivare nella mamma la capacità di poter accogliere e contenere i suoi contenuti mentali . Il bambino proietta nella madre i contenuti  angoscianti, la madre li recepisce e li restituisce trasformati al bambino, sotto forma di bisogno riconosciuto e di amore, questo permette la bonificazione dell’ansia.
  • Madre contenitore delle angosce – preoccupazioni del bambino (contenuto)
  • Svolge la funzione α (trasforma gli elementi beta in alfa)
  • Collegamento emozione all’esperienza
  •  (creazione di un pensiero) in modo che l’emozione non venga somatizzata o proiettata verso l’esterno in modo patologico.

Dott.ssa Marisa Tuccillo
Psicologa Psicoterapeuta a Cremona

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Dott.ssa Marisa Tuccillo

Psicologa Psicoterapeuta

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